Luca Martella ed il suo Quintetto il 18 settembre alle ore 21.00

L’attesa… gran brutta cosa l’attesa: nella stanza di una scuola, in attesa di un
esame… in un Teatro, di un attore, che spia da dietro le quinte, in attesa che la sala
si riempia e che lo Spettacolo inizi…e così sarà per Luca Martella, ed il suo
Quintetto, quando il 18 settembre 2022, alle ore 21.00, darà vita al Recital di cui è
anche regista, Storie del “Signor G”, nel quale sta infondendo tanta energia e per il
quale si sta preparando con grande concentrazione. E sì, perché l’impresa è ardua,
non è facile interpretare Gaber, anzi, il Teatro-Canzone di Giorgio Gaber e Sandro
Luporini. Chi ha avuto la fortuna di vedere l’anteprima il 29 aprile, a Roma, presso
l’ Alexanderplatz, storico locale Jazz, può rendersi conto di quanto Luca Martella si
immerga in Gaber, mantenendo però sempre se stesso, con canzoni, monologhi, e si
arriva a un punto tale che non si sa più distinguere un artista dall’altro, cioè dove
finisce Gaber e comincia Martella, che il 30 luglio 2022, ha anche ricevuto un
riconoscimento alla carriera, Il Marateale Premio Internazionale della Basilicata,
https://www.senzalinea.it/giornale/il-marateale-premio-internazionale-della-

basilicata/ . E’ incredibile la somiglianza con il personaggio scomparso
prematuramente quasi venti anni fa, l’amore di entrambi per il jazz, la passione per
la canzone e il Teatro in tutte le sue forme, con la voglia di dare il massimo, come
era solito fare Gaber, e dialogare con il pubblico e in particolare con i giovani. Un
tema ricorrente sia in Giorgio Gaber sia in Luca Martella, i giovani da coinvolgere
sui temi politici e sociali, con i problemi da affrontare, le decisioni da prendere, le
difficoltà della quotidianità, ieri come oggi… ecco, qui si sostanzia il messaggio di
Martella rendendo attuale il Teatro-Canzone: come Gaber, riporta le perplessità che
ci assalgono tutti i giorni, le stesse che i giovani si trovavano ad affrontare in quel
delicato periodo degli anni ‘70/’80, e quanto Gaber-Luporini fecero per assecondare
quel cambiamento storico, politico, sociale che c’era nell’aria, nella speranza di un
mondo migliore, ma che poi non avvenne mai… E oggi Luca Martella, prova forse a
fare lo stesso coi giovani, sostenendoli nel difficile cammino, attraverso i suoi
appassionati monologhi, le sue perplessità, le canzoni interpretate, abbandonando
tutto il corpo a una mimica nuova, un linguaggio che possa in qualche modo
rassicurarli, e tenere viva la speranza, con quel pizzico di ironia che non guasta! E
con questa grande voglia, Martella ci trasporta con il suo essere Gaber, anzi il
Signor G, in due ore coinvolgenti, emozionanti, intense, di musica e Teatro, dentro
un arco di tempo che va dagli anni ’70 al 2000, tra le note della famosa Torpedo
Blu (chi non l’ha mai canticchiata magari sotto la doccia?), Lo Shampoo, La
Libertà, L’ America, Qualcuno era comunista, Destra- Sinistra, Io non mi sento
italiano, Io mi chiamo G… e poi il Quintetto, che annovera musicisti d’eccezione
(Massimiliano Staderini al Pianoforte, Maurizio Brioni alla Batteria, Matteo
Martella al Sax, Mauro Delorenzi al Basso e Giancarlo Martella alla chitarra) che
interrompe ogni tanto l’incantesimo – ma in senso positivo – proponendo colonne
sonore di cult movie, quali: C’era una volta il West, Nuovo Cinema Paradiso, Love’s
Theme di Blade Runner, ecc., ecc., ecc., … E allora ci abbandoniamo, come in un
sogno, dove tutto è possibile, in cui la bravura di un artista, se dapprima si
confonde con la mimica e l’atteggiamento di qualcuno che può sembrare voglia
imitare, poi si libera piano piano dal personaggio per ritornare ad essere se
stesso, con quel suo “Signor G” che alla fine di Gaber ha tutto e niente… “e che non
assomiglia a nessuno e forse neanche a se stesso…”