PISTA NERA, il nuovo album dei Post Nebbia in uscita venerdì 22 novembre

Il racconto di un mondo in discesa libera, che cerca ostinatamente – e invano – di nascondere le proprie macerie dietro il bianco abbagliante della neve artificiale.

Pista Nera è il nuovo album dei Post Nebbia in uscita il 22 novembre per Dischi Sotterranei.

Scritto da Carlo Corbellini e arrangiato dai Post Nebbia, anticipato dai singoli Pastafrolla e Piramide, il quarto album della band padovana capitanata da Carlo Corbellini supera l’avventura introspettiva, fumosa e iconoclasta del precedente Entropia Padrepio, lanciandosi ancora una volta oltre ogni comfort zone ed esplorando nuovi territori sonori e tematici.

Pista Nera traspone in musica, in modo puntuale e sagace, senza filtri o attenuanti, quel sentimento di vertigine generazionale, in bilico tra rabbia e disillusione, tra disincanto e tradimento, che è tanto personale quanto universalmente condiviso e condivisibile. Con ironia cinica e disincantata, a tratti fantozziana nella sua voluta esagerazione, le canzoni dell’album esprimono con efficacia quella sensazione di rabbia e impotenza, di amarezza e stordimento che seguono la presa di consapevolezza del proprio futuro ridotto in briciole.

Il crollo del mondo come ce l’hanno venduto e raccontato, il declino in cui il pianeta sta precipitando anche grazie alla colpevole, connivente e tragicomica inerzia di chi – forse – potrebbe cambiarne le sorti o perlomeno limitare i danni.

A queste nuove tematiche si affianca anche un nuovo sound, più nero e graffiante, forgiato dalla lunga esperienza del tour e dalle sperimentazioni casalinghe, nato in modo molto collettivo e ancora una volta saldamente ancorato al principio del do it yourself. Pur mantenendo alcuni degli elementi compositivi tipici dei lavori precedenti, come accenti beatlesiani o di neo-psych, il sound di Pista Nera si fa più rock, scuro e serrato, a tratti stridente.

Elettroniche dal suono spartano si alternano a stridenti riff di chitarra, volano su linee di basso ipnotiche e instancabili groove di batteria puntellati da fasi di rilascio in cui la band tira fuori la sua vena più tipicamente psichedelica.

Uno stile più acido e angolare, tipico del punk e della new wave (Talking Heads, Gang of Four) condito da elementi new garage e heavy psych à la Ty Segall e Thee oh Sees e da ritmiche più serrate e veloci di derivazione krautrock. Non mancano inoltre riferimenti alla musica pop brasiliana Anni 60/70, che attraversano il disco manifestandosi in melodie vocali, linee di basso e parti percussive.

Pista Nera nasce tra un appartamento in un quartiere dormitorio di Torino e una casa in una località sciistica delle Dolomiti. Non a caso lo sci, tema visuale dell’album (la copertina è una foto del bisnonno alpinista di Corbellini), è perfetta metafora del tema ricorrente del disco: le piste di queste montagne sono ormai da anni spesso contornate dal nudo e secco terreno, cozzando con la promessa di sviluppo e progresso che aveva portato alla loro creazione, e ben rappresentano l’utopia fallita del mondo in cui viviamo e il ridicolo tentativo dell’uomo di continuare a fingere un benessere ormai palesemente franato.

Immagini che rievocano la montagna attraversano tutto l’album, fin dall’intro strumentale Leonardo, che usando l’espediente narrativo di una voce registrata all’autoparlante di un rifugio apre le porte al mondo di Pista Nera. Tra krautrock, accenti ritmici sudamericani e synth desertici, in Io non lo so compare subito l’immagine del crollo dell’ideale di futuro che ci è stato venduto, leitmotiv dell’album, che ritorna subito infatti anche nel disincanto di Pastafrolla, attraversata da un assolo kamikaze. Piramide mette implacabilmente a fuoco l’arrogante incapacità umana di riconoscere e riconoscersi dei limiti. Le immagini di un’apocalisse fuori controllo di Statonatura si alternano a quelle di pigra decadenza di Super Sconto e di soffocante e incatramato inquinamento – tanto ambientale quanto spirituale – di Giallo. Lingotto ironizza sull’utopia fallita del treno come simbolo di progresso sociale, in Kent Brockman emerge palese la citazione dei Simpson e la percezione di un mondo dell’informazione sedato e ritoccato e in Municipio si precipita in un mondo fantascientifico in un mostro divora in un secondo un intero edificio e ciò che contiene, simboli dell’efficienza e della superiorità umana. La title track Pista Nera, con la sua improbabile strumentale che fonde punk new wave, bossanova e musica pop brasiliana, denuncia la realtà edulcorata – in questo caso dei luoghi di villeggiatura in montagna – che l’uomo si ostina a dipingere per non ammettere il suo inarrestabile decadimento. Questo tema ricorrente è ripreso e si chiude nell’ultima canzone, Notte Limpida, che chiede a gran voce di poter vivere in un mondo consapevole del proprio declino, smettendo di nascondersi dietro a un dito.

Pista Nera non è solo un disco ben scritto, ben suonato e ben registrato: è un disco intellettualmente onesto, e non è cosa da poco. Pista Nera non vende sogni illusori e vane speranze. Non pontifica una morale, non vuole impartire insegnamenti, ma ha il coraggio di prendere amara e necessaria consapevolezza dei limiti dello spazio e del tempo in cui abitiamo.

Pista Nera sa che tutte le vette sono ormai state conquistate, e che di quell’innocente e inebriante sensazione di progresso e prosperità resta ormai ben poca traccia.

Dopo l’uscita dell’album, i Post Nebbia saranno in tour nei club di tutta Italia. Queste le date, organizzate da Panico Concerti: il 23 gennaio a Roma a Largo Venue, il 24 a Firenze al Viper Club, il 29 a Milano ai Magazzini Generali, il 30 a Torino all’ Hiroshima Mon Amour, il 31 a Padova all’Hall, il 7 febbraio a Bologna al Locomotiv Club, l’8 a Pordenone al Capitol, il 20 a Pozzuoli (NA) al Duel Club e il 21 a Molfetta (BA) all’Eremo Club. Qui il link alle prevendite: https://www.panicoconcerti.com/artisti/post-nebbia/

La band suonerà anche mercoledì 15 gennaio a ESNS (Eurosonic Noorderslag) in Olanda, il più importante showcase festival europeo.