CTONIA

Un modulo spaziale in grado di trasportarci in una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio ideato dai Muta Imago. La “piscina” di MK, in cui si incontrano corpi in cerca della propria individualità. Una stanza vuota dove Cristina Kristal Rizzo traduce in real time l’improvvisazione in coreografia e un’altra stanza, quella ideata da Salvo Lombardo, dove trovare la complicità dei respiri. Una tradizionale danza di corteggiamento che grazie ad Alessandro Sciarroni si trasforma in un vortice acrobatico e ipnotico.

È Ctonia, il programma culturale realizzato da Chiasma con la direzione artistica del coreografo, regista multimediale e performer Salvo Lombardo che si svolgerà dal 9 al 20 dicembre a Roma, in diversi luoghi del quadrante Est della città. In particolare, dal 9 all’11 dicembre negli spazi di Ostudio a Tor Pignattara, mentre dal 13 al 20 dicembre la programmazione si sposta in due luoghi cardine della vita culturale della Capitale, entrambi al quartiere Prenestino: Largo Venue, frequentatissimo club votato alla musica dal vivo, e Centrale Preneste, prezioso punto di riferimento per la programmazione performativa indipendente.

Progetto speciale del più ampio Interazioni Festival, la cui seconda edizione si è chiusa lo scorso mese di ottobre, Ctonia propone sette giorni di programmazione fra performance, installazioni e workshop completamente a ingresso gratuito, coinvolgendo alcune delle voci artistiche più significative del panorama performativo contemporaneo: Alessandro Sciarroni, Muta Imago, MK con Biagio Caravano, Cristina Kristal Rizzo, lo stesso Salvo Lombardo con Irene Russolillo e Philippe Barbut, Margine Operativo, Amir Issaa, Elena Bellantoni, Fabrizio Saiu, Valerie Tameu e Viviana Gravano.

Ctonia è la volontà di far emergere i sensi nascosti, la radicalità intrinseca delle espressioni del contemporaneo, la prevalenza del processo creativo sull’esito, la partecipazione attiva dello spettatore al posto della fruizione passiva del prodotto-spettacolo. È il tentativo di creare un orizzonte in cui le vibrazioni riverberano e le energie provenienti da molteplici direzioni si incontrano. “C’è stato un tempo in cui la denominazione del luogo terrestre figurava una dialettica tra le sue parti: Gaia, paesaggio affabile e addomesticato, rappresentava il “ricamo” della superficie visibile e dei suoi orizzonti; Chthon, invece, evocava ciò che risiede sotto: una densità abissale, una profondità verticale che abita sotto la superficie delle cose. Il progetto CTONIA è la trasfigurazione di questo luogo. Una tessitura di sguardi e linguaggi artistici compositi, un varco-rifugio al di qua della soglia, un ambiente relazionale animato da una serie di “esseri del profondo”, in cui ogni paesaggio addomesticato dilegua in un magma sotterraneo e in cui trova il suo spazio la natura radicale delle cose. A partire da questa suggestione il progetto CTONIA si prefigge di edificare una “superficie abitabile”, che custodisca e nutra la memoria di una certa spinta abissale” così descrive la nascita di Ctonia il suo direttore artistico Salvo Lombardo.

Il progetto è promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura nell’ambito dell’Avviso Pubblico “Lo spettacolo dal vivo fuori dal Centro – Anno 2022” e sostenuta da MIC – Ministero della Cultura.

PROGRAMMA

La programmazione si apre venerdì 9 dicembre negli spazi di Ostudio con Colonia, installazione sensoriale di una delle formazioni artistiche più amate sul piano internazionale, i pluripremiati Muta Imago. Partendo dal presupposto che – secondo la fisica teorica – il tempo non esiste e che tutto ciò che conosciamo è materia in movimento, in costante stato di vibrazione, Colonia propone l’esperienza di un altro ordine dello spazio-tempo: grazie a una partitura sonora e narrativa lo spettatore può sperimentare una dimensione liminale del sé, dove poter incontrare la propria memoria inconscia e archetipica. Sempre il 9 dicembre Ctonia presenta anche Human Landscapes, un “progetto video di s-composizione artistica” di Margine Operativo, collettivo artistico che si muove fra performance e video e che dal 2001 realizza il festival multidisciplinare Attraversamenti Multipli. Human Landscapes è un’indagine poetica sulle arti performative contemporanee e sulle ramificazioni umane degli artisti: backstage, pensieri, dialoghi e azioni compongono ritratti e racconti di alcuni protagonisti che, negli ultimi anni, con le loro creazioni, hanno messo in crisi l’idea stessa di scena e di performatività. Entrambi i progetti saranno in programma anche il giorno seguente 10 dicembre.

L’11 dicembre appuntamento ancora a Ostudio per partecipare attivamente o semplicemente assistere a Piscina Mirabilis Sound, “durational performance” del gruppo MK guidato dal Leone d’Argento Michele Di Stefano. Piscina Mirabilis Sound è uno spazio vuoto – sonorizzato da Biagio Caravano, storico interprete di MK – in costante e casuale mutazione che elimina le gerarchie, un luogo anti-autoritario in cui chiunque può sperimentare il proprio protagonismo in rapporto agli altri e a se stesso, contribuendo così a creare uno spazio relazionale dove il senso cambia continuamente in base alle azioni, alle parole e ai suoni del momento, senza alcuna costruzione di senso preesistente. È il prima di ogni progetto, laddove il corpo esiste in quanto presenza solitaria ma aperta all’imprevisto e allo scambio.

Il 13 dicembre ci si sposta a Largo Venue per PASODOBLE (2004>2022), un’altra “durational performance”, stavolta firmata da Cristina Kristal Rizzo, dancemaker fiorentina attiva dagli anni ’90 e co-fondatrice del collettivo Kinkaleri. La performance ha luogo in una stanza vuota, dove una persona posta di fronte a una videocamera esegue un’improvvisazione coreografica su musiche casuali. Successivamente, grazie a un monitor che trasmette le immagini appena registrate, imparerà a memoria i movimenti eseguiti trasformando l’improvvisazione in composizione coreografica e trasportando lo spettatore direttamente dentro un processo creativo condiviso. PASODOBLE ci mette così di fronte all’impossibilità di una qualsiasi coincidenza fra il proprio corpo e la sua rappresentazione, cosicché non resta che accettarsi infedeli a se stessi e lanciarsi in un estenuante e irripetibile “passo a due”. Dopo la performance di Cristina Kristal Rizzo, il pubblico di Ctonia potrà partecipare a Métron Extended del musicista e performer Fabrizio Saiu, una creazione a metà fra concerto e training session che intreccia visione, ascolto e memoria: un algoritmo di sintesi vocale dialoga con una voce umana e interviene sulle modulazioni del gesto del performer attraverso sequenze di ordini e aforismi, articolando un discorso talvolta surreale, talaltra prescrittivo, oracolare o pseudo-filosofico.

Nel palinsesto di Ctonia trova posto anche l’attività di edutainment con il workshop del 14 dicembre Potere alle parole tenuto dal rapper, scrittore ed educatore Amir Issaa e riservato agli istituti scolastici: attraverso le peculiarità espressive dell’hip-hop, l’obiettivo è quello di responsabilizzare i giovani sulla scelta del proprio linguaggio in base all’impatto che esso ha sulle altre persone.

Gli ultimi due giorni, Ctonia si sposta a Centrale Preneste dove la fitta programmazione del 18 dicembre si apre con il workshop della performer e autrice Valerie Tameu dal titolo Fireworks, two streets over che ruota intorno ai concetti di custodia e celamento. Si prosegue con la performance ongoing Ci siamo scocciate dell’artista e docente Elena Bellantoni, un’azione guidata e poetica di riscrittura dello spazio che diventa una vera auto-riflessione collettiva; e con il workshop sulle pratiche di rappresentazione e autorappresentazione di genere Role-playing Games curato dalla storica dell’arte Viviana Gravano. La giornata si chiude poi con la performance Breathing Room di Salvo Lombardo, un ambiente in perenne edificazione che si attiva grazie all’invito rivolto a un danzatore o performer, in questo caso la danzatrice e artista transdisciplinare Irene Russolillo. Al centro di Breathing Room c’è il respiro come atto poetico, scintilla da cui nasce una performance determinata in tempo reale, senza prove, né anteprime, né repliche. Attraverso il respiro, Lombardo e Russolillo trasformano l’ambiente in perimetro relazionale, spazio di complicità in cui scardinare i principi di autorità e di potere individuale che sottendono il sistema produttivo dell’arte e, al tempo stesso, attivare l’attitudine all’ascolto e alla cura reciproca.

La programmazione di Ctonia si chiude martedì 20 dicembre a Centrale Preneste con il ritorno di Breathing Room di Salvo Lombardo che stavolta invita nel suo “respiratorio” il danzatore, attore e docente Philippe Barbut e con Save the Last Dance for Me del Leone d’Oro alla carriera per la danza Alessandro Sciarroni. La performance di Sciarroni nasce dalla scoperta della polka chinata, un ballo tradizionale bolognese di corteggiamento risalente ai primi del ‘900 e originariamente eseguito da soli uomini. Tra rispetto filologico e sguardo contemporaneo, Sciarroni ne mette in risalto le caratteristiche di danza vorticosa, acrobatica e ipnotica. E, per diffonderne la conoscenza e dare nuova vita a questa danza in via d’estinzione, la performance sarà preceduta da un workshop pomeridiano.