“A…bbraccio”
Scritto, diretto e interpretato da
Enzo Avolio
e
Rosa Paduano
I musicisti
Galliano Prosperi, Francesco Pintucci, Maurizio De Angelis
Arrangiamenti musicali
Galliano Prosperi
I danzatori
Renato Serrecchia, Marinella Capozzi, Fiammetta Valenti
Aiuto regia
Viviana Augenti
Assistente alla regia
Alessia Avolio
Disegno scenico
Franco Buzzanca
Nell’ambiguità del titolo il duplice indirizzo dei contenuti. Un “abbraccio” virtuale con il pubblico dopo una lunga assenza dovuta agli effetti nefasti della pandemia e il desiderio dell’interprete principale e regista, Enzo Avolio, attore/doppiatore, di abbattere l’immaginaria quarta parete del palcoscenico per un’interazione emozionale diretta con gli spettatori. A…bbraccio, (con due “b” alla napoletana), perché lo stesso interprete unisce estemporaneamente, senza necessità di un filologico, stati emozionali e racconti a brani musicali che vanno dai più classici del repertorio classico napoletano di autori come Nicolardi e Bruni, a quelli più moderni, da Carosone a Pino Daniele. In scena con lui un alter ego femminile, l’attrice cantante Rosa Paduano, due tangheri e tre musicisti.
Note dell’autore
Sono nato nel 1961 e per questo mi sono sempre sentito rinfacciare dai miei familiari di essere di una generazione fortunata: “Eh, che vuò’ capi tu? Nuje avimme patito ‘a guerra, a famma!”. Neanche fosse una colpa da espiare. Nel 68 ero bambino e non potevo certo partecipare ai moti e alle contestazioni studentesche. Negli anni cosiddetti di piombo, non seguivo i telegiornali, ma le minigonne. Nel 73, con la crisi del petrolio e l’austerity, cominciano i primi timidi segnali di attacchi a tutta questa fortuna…ma avevo 12 anni e la mia bicicletta non andava a benzina. Nel 79 ci fu il colera a Napoli… e io c’ero. Nel 1980, il terremoto…e io c’ero. Negli anni 90, mani pulite; io non ho mai rubato niente, ma sto ancora pagando quello che gli altri hanno rubato. L’inquinamento atmosferico si aggrava con il buco nell’ozono…e sembra che fosse anche colpa mia perché uso il deodorante ascellare. Da bambino facevo impazzire mia madre perché non volevo mangiare la carne… nell’86, impazzisce pure la mucca e io mi sono sempre domandato: “che c’entra la mucca con mammà?”. E poi l’Aids, la Sars, il Coronavirus, il vaiolo delle scimmie, la peste suina…la crisi del gas, la benzina a 2,00€… manca solo un terzo conflitto mondiale per domandarmi: “se fossi nato sfortunato, che altro mi sarebbe successo?”. Due anni senza un abbraccio. Preso da sconforto, ho sentito la necessità di rifugiarmi nei ricordi delle cose più care che ho avuto nel corso di questa mia vita: la mia famiglia, la musica, il teatro e tutte quelle cose che ho amato di più come le persone di famiglia scomparse, alcune poesie di Totò, le canzoni più belle del repertorio classico napoletano di autori come Nicolardi, Sergio Bruni, Carosone, Modugno, Claudio Mattone e Pino Daniele. Ora le vorrei condividere con il pubblico, abbattendo quella quarta parete immaginaria di un palcoscenico, quella distanza tra spettatori e interpreti in modo che si possa instaurare cosi quel processo di empatia emozionale che ci riavvicini al nostro essere “persone” e non soggetti anonimi identificabili con un “green pass”.
NOTA: Il 5 ottobre 2022, sin dalle ore 12.00, darò vita a un backstage open a cui potrà partecipare chiunque nutra passione per il Teatro e voglia assistere ai momenti cruciali di un allestimento sino alla prova generale serale, prima del suo debutto ufficiale, (dal piazzamento luci, al cablaggio fonico, sound check e varie).
Il repertorio
Voglia e turnà
Yes i know my way
Tu si na cosa grande
Pigliate na pastiglia
Chi tene o mare
Carmela
Voce e notte
Scapricciatiello
Indifferentemente
Chella la
Cu me
Perzone perzone
Je so pazzo
Terra mia
Quanno Chiove
Bella m’briana
Sei sgrinfia Roma
Simme e Napule Paisà
Tammurriata nera
Enzo Avolio
nasce a Napoli nel 1961, da madre casalinga e padre operaio. A 14 anni, per far colpo su una sua coetanea, prende lezioni di chitarra da una suora, ma senza successo. L’aver imparato comunque ad accompagnarsi con lo strumento lo introduce nel mondo dei musicisti che operano nell’ambito delle feste private partenopee come banchetti nuziali e cerimonie religiose quali battesimi e comunioni. In queste occasioni si ritrova spesso ad accompagnare con la sua chitarra cantanti del calibro di Mario Merola e Angela Luce. Suo nonno Vincenzo, il padre di suo padre, è il capo claque del teatro Politeama di Napoli. E’ lui a sottrarlo alla strada per fargli conoscere la magia del palcoscenico facendo incontrare il giovanissimo nipote con artisti del calibro di Aroldo Tieri, Salvo Randone, Sergio Fantoni, Arnoldo Foà, Gino Bramieri, Massimo Ranieri e Domenico Modugno. Pur dotato di una buona intonazione musicale, Enzo, fagocitato da quel sognante mondo teatrale, accantona l’idea di dedicarsi anima e corpo al canto e si introduce nelle varie compagnie professionali rendendosi disponibile per qualsiasi ruolo gli si possa affidare, tecnico o artistico che sia.
Alla fine degli anni settanta entra a far parte della “Cooperativa Attori Insieme” diretta da Lucia Ragni. Seguono le scritture nella “Compagnia del teatro stabile di Napoli” diretta da Mario Scarpetta, in quella del “Teatro in piazza” diretta da Guido Mazzella, quella “Sociale” di Arnaldo Ninchi, del “Teatro Stabile di “Ileana Ghione”, di “Attori e Tecnici” di Attilio Corsini, e “la Fabbrica”, diretta da Gigi Proietti.
E’attore protagonista nei cortometraggi “Favole” e “Pinocchio” scritti e diretti da Stefano Bessoni. Fa saltuarie apparizioni in televisione prima interpretando piccoli ruoli come nello sceneggiato per la RAI dal titolo “Bambole”, regia di Alberto Negrin “, in “Quei trentasei gradini”, regia di Luigi Perelli, in “Mamma, li turchi”; poi, con l’esperienza acquisita sul set, i ruoli crescono di rilevanza in “La Squadra”, diretta da Amatucci, in “L’Angelo del crepaccio” diretto da Paolo Modugno, in “La Prof”, in “Pepe Carvallo” diretto da Franco Giraldi, fino a ricoprire quello di antagonista nella fiction “L’avvocato Porta”, diretto dallo stesso regista e il cui protagonista è Gigi Proietti.
Da adattatore di dialoghi per il cine televisivo, passa alla scrittura della sua prima sceneggiatura e regista del cortometraggio “Il disagio”. Compone egli stesso la musica per i suoi spettacoli teatrali “Napolitudine”, “Napulerìe…’e ccose ‘e Napule” e “Incubo Napoletano”. E’ autore, regista e interprete di “Abbraccio Napoletano”. Per Gianni Nazzaro scrive e dirige “Penso che un sogno così…” e “Il Monaco nel letto”.
Come doppiatore presta la voce a vari attori di cinema e televisione, tra i più noti Paul Giamatti e Vincent D’Onofrio. Per la radio RAI partecipa a “Un asino al patibolo”, a “Radio City Caffè” di Paolo Modugno, a “Partita doppia”, a “Un poeta, un attore”, a “Titanic – Le ultime cento ore”. E’ di imminente pubblicazione il suo primo audiolibro dal titolo “Ho sognato San Gennaro”, racconto tra memorie e visioni mistiche edito da Librivi per la Audible. Attualmente sta lavorando a un album musicale di brani da lui stesso composti dal titolo “Magma Napoletano” prodotto dalla Freeday di Piero Pintucci.